Cerca nel blog

martedì 22 maggio 2012

14. ALCUNE LETTERE SPIRITUALI A TERESINA PROCOPIO


CINQUE LETTERE DI PADRE CARUSO, guida spirituale
 1. lettera
I.M.I.D. (Iesus, Maria, Ioseph, Dominicus)
Catanzaro, 27 dicembre 1936
Preg.ma Teresina,
… Ti ringrazio pure delle preghiere che hai fatte per me e ti raccomando di continuare a pregare perché, quanto grande è la dignità sacerdotale, altrettanto grandi sono i doveri che essa impone; oltre che straordinariamente grandi sono gli sforzi che fa il demonio per perdere i ministri del Signore….Avere sete di perfezione è certamente un bene, giacché nostro Signore chiamò beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, ossia della santità. Bisogna che tu offra spesso a Gesù la tua sete, pregandolo che voglia estinguerla conformemente alla sua promessa, avendo Egli detto che quelli che hanno fame e sete della giustizia saranno saziati. Nello stesso tempo lavora per condurre anime a Dio…

2. lettera
I.M.I.D.
Catanzaro, 10 giugno 1938
Preg.ma Teresina,
… quando esco dal confessionale dopo le dieci, mi sento rimbambito; poi vado a passeggio e mi rassereno in modo di poter fare la scuola. Dopo pranzo torno a rimbambire e mi rimetto discretamente con un'altra passeggiata. Se non avessi fatto così, forse sarei già morto….

3. lettera
I.M.I.D.
Catanzaro, 6 marzo 1939
Preg.ma Teresina,
… quello che ci  fa santi non è la comodità di far bene le nostre cose, ma la buona volontà di farle in quelle circostanze in cui Egli stesso ci pone. Neppure la solitudine è necessaria per santificarsi, perché ognuno riceve le grazie sufficienti per santificarsi nel proprio stato nelle condizioni e circostanze proprie. La solitudine potrebbe essere piuttosto un riposo per lo spirito, ma non è una necessità per tutti. Stai dunque tranquilla e strappa giorno per giorno quello che puoi senza preoccuparti di nulla, senza perdere la calma di spirito. Prendi tutto ciò dalle mani di Dio, perché questo è il mezzo più sbrigativo per arrivare presto alla perfezione. Non considerare le contrarietà come provenienti dalle creature, ma accettale come disposte da Dio per santificarti, comprese anche quelle che apparentemente sembrano di ostacolo alla tua santificazione. Non ti sgomentino le tenebre, perché è proprio quando più lo spirito è torturato che più guadagna. Se tu avessi consolazioni spirituali, andresti avanti con più gioia, ma con minore merito. Saresti come quel bambino che obbedisce alla mamma, non per amore di lei, ma per amore dei dolci, che lei gli dà. Pensa, dunque, che non ti trovi sotto l'ira di Dio, ma nel tempo di mietitura. Si capisce che il mietere sotto la sferza del sole è doloroso, ma è poi una grande gioia vedere i granai pieni di grano. Non devi pretendere di sentire l'amore di Dio in modo sensibile, devi contentarti di sapere che sei tutta sua e che sei pronta a morire per Lui. …Per le spose di Gesù, d'ordinario, non diminuiscono le pene, ma crescono, qualche volta fino ad una vera e propria crocifissione, se non fisica, almeno morale. Del resto sarebbe un controsenso che lo sposo volesse per sé la croce e la sposa cercasse le delizie spirituali. Lavora dunque per la famiglia, vedendo nei membri della famiglia Gesù Cristo e guadagnerai tanto! Non fare riflessioni per vedere da che dipende che ti trovi sempre la stessa, sia perché tu non puoi giudicare ciò, sia perché sarebbe sempre un guadagno se almeno non sei peggiorata. Tanto più poi devi evitare di crederti in peccato e di fare sacrilegi. Questo è lavoro del diavolo. Se il demonio ti torna a suggerire che non ti ha giovato l'aver lasciato tutto per Gesù, tu rispondigli che sei contenta di aver trovato pene e guai, perché sono questi i mezzi per avere in eterno il gaudio di Gesù. Della mia salute che dirti? Sono nelle mani di Dio, faccia Egli quello che crede meglio per me e per le anime! Continua a pregare con la fiducia di essere esaudita per i meriti di Gesù e di Maria, ma specialmente prega per il mio povero spirito, che ha anch'esso le sue tremende torture. Purché sia tutto ciò a gloria del Signore e al bene delle anime non mi importa di soffrire anche questo....

4. lettera
I.M.I.D.
Catanzaro, 12 ottobre 1941
Preg.ma Teresina,
lodo, benedico e ringrazio il Signore, per averti concesso la grazia di mettere in esecuzione il mio consiglio. Te ne troverai contenta per l'avvenire e forse il Signore te ne premierà, dandoti per l'avvenire maggior fervore di spirito.
Quanto alle angustie di spirito che avverti, debbo dirti che sono un buon segno, perché il Signore ci mette nelle angustie, per farci crescere nella perfezione. Non te ne preoccupare, ma ascolta la voce di Gesù, che dice: “Chi mi vuol seguire, prenda ogni giorno la propria croce e mi segua”. Abbraccia generosamente la croce, sia essa materiale o spirituale, e cammina dietro il Maestro Divino. Sarebbe sconveniente che il Maestro portasse la croce e noi discepoli l'accompagnassimo senza croce. Non è vero poi che le anime buone non sentono i dolori della vita. Se non li sentissero, non ne avrebbero nessun merito. L'intimità che hanno con Gesù le rende più generose nel soffrire, ma non insensibili. Noi dunque dobbiamo aspirare a soffrire con sempre maggior generosità e purità di intenzione, ma non possiamo pretendere di soffrire senza sentire la sofferenza. Adattiamoci a sostenere specialmente le sofferenze di spirito, perché sono più preziose innanzi a Dio e più utili per la nostra santificazione. E’ a colpi di tribolazione che si fabbrica la perfezione! Sia fatta in tutto la volontà di Dio e verrà un giorno in cui le tenebre si cambieranno in luce, le lacrime in sorrisi, le pene in godimenti eterni. Quando ti senti soffrire, unisci le tue sofferenze a quelle di Gesù, per renderle meritorie e poi offri all'Eterno Padre per il tuo apostolato e specialmente per la santificazione dei sacerdoti. Vorrei che tutte le anime offrissero le proprie pene per i sacerdoti, perché, santificati i sacerdoti, tutto diventa santo; senza di essi, ordinariamente, nulla si santifica. Prega per me, che porto e debbo portare croci molto grandi ed ho bisogno di molti aiuti…
    
5. lettera
I.M.I.D.
Catanzaro, 30 aprile 1943
Preg.ma Teresina,
vi ringrazio cordialmente degli auguri e molto più del tesoretto spirituale, che tu, le tue  giovani e le aspiranti avete voluto offrire a Gesù risorto, affinché portino sopra di me una pioggia abbondante di grazia. Non mancherò di pregare anche io Gesù, affinché si degni di mandare sopra di voi una simile pioggia. Devi ormai acquietarti su quanto mi scrivesti, perché il mare in tempesta non lascia ben vedere il suo fondo e c’è pericolo di prendere una cosa per un'altra. Nella calma, invece, le cose si vedono chiare e non ci può essere abbaglio. Comprendo anche io che sarebbe stato più bello e più nobile agire solo per la ricompensa di Dio, senza fini di ordine materiale, ma ora che il fatto è successo, non bisogna fare altro che umiliarsi, riconoscendo la propria miseria e detestandola. Nello stesso tempo, però, bisogna rimanersene in pace, confidando nella divina bontà. La tristezza non è affatto buona, perché può darsi che provenga più dall'amor proprio, che non voleva questa caduta per dignità di spirito, anziché dall'amore di Dio offeso. Il pentimento non porta tristezza e malinconia, ma una detestazione pacata e piena di fiducia in Dio. Godo che riguardo al resto vai meglio. Sapevo già dell'istituzione della Casa della Carità e me ne ero rallegrato, come me ne rallegro. La carità fa miracoli, fa fiorire tutte le altre opere.
Dal modo come ho scritto puoi accorgerti che ho scritto sulle ginocchia, stando a letto, ove mi trovo da un mese e due giorni a causa di una sciatica. Oggi mi sento un po' meglio ma ho alti e bassi. Il Signore faccia quello che meglio crede!
         Tante benedizioni. Dev.mo in G. Cristo.                 Sac. Francesco Caruso


Nessun commento:

Posta un commento